7 Cose che devi sapere

la busta paga: come imparare a leggerla

Come si legge la busta paga?
Come si effettua il calcolo della retribuzione? E come si passa dallo stipendio lordo mensile a quello netto?
Come si possono calcolare le trattenute IRPEF e i contributi previdenziali?

Queste sono domande comuni che i lavoratori si pongono ogni volta che ricevono il loro cedolino paga dal datore di lavoro. La busta paga, un documento fondamentale per tutti i lavoratori, può essere complicata da interpretare a causa della presenza di diverse voci e dettagli fiscali.
E come per ogni cosa che non si capisce, le uniche cose da fare sono due: osservare e informarsi.

Oltre allo stipendio mensile, i lavoratori ricevono la busta paga, un documento che riporta tutti i dettagli dei rapporti tra lavoratore, datore di lavoro, Stato ed Enti previdenziali (come INPS e INAIL).

Questa busta paga, o cedolino elettronico, contiene informazioni cruciali come l’ammontare effettivo della retribuzione, le trattenute fiscali, il numero di ore lavorate, i giorni di ferie e permessi accumulati, e gli importi dei contributi previdenziali versati dal datore di lavoro.

Grazie a questo documento, il lavoratore può verificare se il proprio stipendio è in linea con quanto stabilito nel contratto individuale di lavoro e nel Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL). È fondamentale imparare a leggere la busta paga per avere una comprensione chiara dei propri guadagni e delle detrazioni fiscali, garantendo così una gestione finanziaria consapevole.

 

Per comprendere meglio tutte le informazioni che contiene, la busta paga si può dividere in tre parti:

1. la prima contenente le informazioni sul lavoratore;
2. la seconda in cui si specifica la retribuzione effettiva che spetta al lavoratore;
3. la terza in cui vengono indicati le trattenute fiscali (IRPEF), i contributi previdenziali e il trattamento di fine rapporto (TFR).

1. L'intestazione

La prima parte della busta paga contiene:

a. l’ammontare dello stipendio spettante al lavoratore;

b. le informazioni sull’azienda;

c. i dati relativi al lavoratore che permettono di calcolare la retribuzione spettante.

In questa sezione sono indicati anche quelle voci che compongono la retribuzione di fatto del lavoratore:

  • paga base che è determinata dal contratto collettivo in base alla categoria, alla qualifica del lavoratore e agli scatti di anzianità, che sono aumenti periodici della retribuzione stabiliti dai contratti collettivi;

 

  • contingenza, ossia un’indennità, introdotta per compensare la perdita di potere d’acquisto delle retribuzioni, ma che dal 2001 non è più aggiornata e rimane fissa;

  • E.D.R. (Elemento Distinto della Retribuzione) che è una somma mensile di € 10,33 per tredici mensilità.
 

2. Retribuizione Effettiva

Nella seconda sezione della busta paga sono elencate diverse voci che consentono di comprendere l’importo effettivo dello stipendio percepito dal lavoratore, ovvero la retribuzione netta.
In questa sezione vengono dettagliate le prestazioni lavorative del dipendente nel mese di riferimento, al netto delle trattenute e dei contributi:

a. ore ordinarie;

b. premi;

c. ore straordinari;

d. indennità ossia la cosiddetta retribuzione indiretta, cioè i giorni di ferie goduti, i permessi, le festività, la malattia, l’infortunio, la maternità ecc.

In periodi particolari possono essere riportate anche altre somme corrisposte come ad esempio la tredicesima o quattordicesima mensilità, anticipi sul TFR, premi di produttività, etc.

Queste sono tutte quelle voci che nello specifico permettono di comprendere l’effettivo stipendio percepito dal lavoratore: la retribuzione effettiva.

3. Dati previdenziali, fiscali, TFR e stipendio netto

L’ultima parte della busta paga è quella più corposa che riporta diverse voci che indicano lo stipendio netto del lavoratore:

a. dati previdenziali: si trovano nella colonna delle ritenute e comprendono l’imponibile previdenziale e il totale contributi. 
Una parte di questi contributi è a carico del lavoratore e sono trattenuti in busta paga, mentre la restante quota è a carico del datore di lavoro;

b. dati fiscali: comprendono l’imponibile fiscale, l’imposta lorda IRPEF, l’imposta netta IRPEF, le detrazioni d’imposta, totale trattenute IRPEF, addizionali IRPEF;

c. TFR (Trattamento di Fine Rapporto): comprende il TFR lordo annuo che è pari alla somma di tutte le mensilità lorde maturate diviso 13,5 e l’imponibile TFR che è pari alla somma di tutte le quote maturate anno per anno;

d. stipendio netto: è l’ultima voce riportata sulla busta paga ed la somma che effettivamente viene percepita dal lavoratore. 

Come si calcola l'Irpef?

Una delle voci fondamentali per capire come leggere la busta paga riguarda proprio le trattenute IRPEF (Imposta sul reddito delle persone fisiche).

L’IRPEF è l’imposta progressiva sul reddito delle fisiche e le trattenute vengono applicate sulla retribuzione del lavoratore dipendente da parte del datore di lavoro.

L’Imposta netta Irpef si ottiene, poi, sottraendo dall’imposta lorda le detrazioni d’imposta.

Alla fine il totale trattenute IRPEF sono le trattenute fiscali operate dall’azienda ed il totale trattenute è la somma dei contributi sociali e del totale trattenute IRPEF.

Quando si riceve lo stipendio?

Nel nostro sistema giuridico, è applicato il principio della postnumerazione, che stabilisce che il diritto alla retribuzione sorge dopo che la prestazione lavorativa è stata completata.

Di solito, ci aspettiamo che la retribuzione sia erogata entro il mese successivo a quello in cui è stata effettuata la prestazione lavorativa; tuttavia, esistono diverse eccezioni a questa regola.

Nella pratica, è fondamentale verificare attraverso il contratto collettivo nazionale adottato dall’azienda se sono presenti disposizioni specifiche riguardanti i tempi di pagamento.

Cos'è la firma sulla busta paga?

La legge stabilisce chiaramente che la busta paga deve essere consegnata al lavoratore simultaneamente al pagamento della retribuzione.

La prova che il lavoratore ha preso visione del contenuto della busta paga è rappresentata dalla firma apposta sulla copia del prospetto paga, che rimane in possesso del datore di lavoro.

Tuttavia, questa firma, non conferma in modo inequivocabile il pagamento effettivo dell’importo indicato. Nel caso in cui il pagamento non sia avvenuto, le copie delle buste paga firmate costituiscono una prova completa del diritto di credito del lavoratore.

Articolo a cura di Francesca Mazzucato

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