1. Chi sei?
Mi chiamo Giovanni Luigi Salsi, sono un HR Manager, Docente di Diritto del Lavoro e Gestione Risorse Umane.
Mi piace il basket, la musica folk irlandese e amo follemente cucinare.
2. Com’è nata la tua passione per la docenza?
Quando ero ragazzo ero timidissimo, impacciato e con pochissima autostima; credevo veramente di essere inadeguato in qualsiasi contesto. Ero un pessimo studente, poiché non avevo metodo e la grinta l’avevo persa per strada: ero acerbo e non riuscivo a esprime in alcun modo quello che avevo
dentro. I miei insegnanti, invece di stimolarmi, elargivano giudizi pesanti come macigni, accentuando il divario far me e gli altri. Così, ho pensato che un giorno, se fossi riuscito a diventare docente, lo avrei fatto in maniera diversa, curando molto l’aspetto emotivo, le personali attitudini e ragionando tanto sulle fragilità che ci frenano.
In qualche modo lo devo al piccolo Giovanni.
3. Qual è la caratteristica che un buon docente dovrebbe avere?
Un docente bravo deve riuscire a capire perfettamente chi ha davanti, ascoltare le loro storie e cogliere le motivazioni per le quali le persone sono lì, seduti in quell’aula, insieme a te, a mettersi in gioco.
Se questo meccanismo avviene, il percorso formativo funziona davvero. La chimica occorre guadagnarsela sul campo.
4. Qual è il valore aggiunto di frequentare un percorso di formazione per il proprio sviluppo professionale?
Nel momento in cui decidiamo di formarci, significa che in qualche modo ci siamo “sbloccati” e abbiamo voglia di crescere e migliorare la nostra condizione professionale, per raggiungere nuovi obbiettivi.
È una fase molto delicata, perché mettiamo in discussione il percorso formativo fin lì realizzato e decidiamo di uscire dalla nostra zona di confort, esponendo le nostre fragilità all’esterno.
Tuttavia, quando vogliamo intraprendere un nuovo percorso di formazione, ci sentiamo in salute, vogliamo sperimentare e sbloccare un nuovo livello.